QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

goldoni e la riforma

Il Goldoni, nella sua riforma, procede con sapienza e con precauzione per non urtare il pubblico, tutto preso dalle stravaganze e dalle romanzesche avventure della commedia dell'arte; e non impone un teatro in contrapposizione a quello esistente, ma lavora entro di esso e lentamente lo modifica.


Della commedia dell'arte accetta (opportunamente modificandoli e facendoli suoi):
- il movimento delle scene
- il susseguirsi rapido delle situazioni
- lo spirito brioso
- la vivacità delle trovate comiche e del dialogo (il quale, con il Goldoni diviene dialogo-azione, dialogo che nasce da sè dall'azione)
- alcune maschere ed alcuni personaggi.

Invece il Goldoni rifiuta:
- il grottesco
- il buffonesco
- il declamatorio
- gli intrecci complicati ed assurdi
- i tipi astratti.

Il Goldoni vuole che gli intrecci siano naturali e semplici, che gli avvenimenti sorgano non dal caso, ma siano verosimili (quasi una conseguenza del modo di agire e di pensare dei personaggi) e che i personaggi, anzichè essere tipi fissi ed astratti riflettano caratteri che si possono incontrare nella vita ritenendo che "la commedia è stata inventata per correggere i vizi e mettere nel ridicolo i cattivi costumi". In tal modo Goldoni, con la sua riforma tende a trasformare la commedia dell'arte in "commedia di carattere" (cioè in una commedia dove, durante l'intreccio attraverso un susseguirsi di situazioni, si venga a lumeggiare un dato carattere umano),  a dare come substrato alle sue commedie una nota moralistica, un moralismo familiare affettivo, e a modellare lo svolgimento degli episodi, e gli episodi stessi, sulla realtà. Per condurre tale riforma egli deve necessariamente, abbandonare la commedia a soggetto, sottrarre parole e battute alla libertà e alla fantasia degli attori, scrivere il dialogo. Comincia lentamente, scrivendo, in un primo momento, solo la parte del protagonista e lasciando il resto all'improvvisazione: nasce, così, nel 1738 il Momolo cortesan (Girolamo uomo di mondo); è il primo tentativo, riuscito, di imporre al un attore della compagnia dell'arte, Pantalone, una parte scritta di recitare senza la maschera. Nel 1743 dopo altre commedie, scrive per intero la Donna di garbo.