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proposizione e angelica in fuga

L'Orlando Furioso continua l'argomento dell'Orlando innamorato del Boiardo, cantando, come avverte il poeta, "le donne, gli amori, le cortesie" (motivi ciclo bretone) e i "cavallier, l'arme, l'audaci imprese" (motivo ciclo carolingio) che si svolsero nel tempo in cui l'esercito degli Infedeli si accampò presso Parigi sotto la guida del Re d'Africa Agramante, desideroso di vendicare il proprio padre Troiano e il Re di Spagna Marsilio.

Nella dedica del poema fatta al cardinale Ippolito d'Este, l'autore esprime inoltre, l'intenzione di celebrare la famiglia estense come discesa dal valoroso Ruggero: tutto quindi, o quasi, nasce sotto il segno della fantasia.

L'invasione della Francia da parte degli Arabi, fermati a Poitiers nel 732 d.C. da Carlo Martello, avvenne effettivamente.

In questo poema invece si riprende la leggenda carolingia rinnovata da Boiardo, che colloca tale invasione al tempo di Carlo Magno. Il poeta entra subito in argomento: i valorosi paladini, Orlando e suo cugino Rinaldo, entrambi innamorati di Angelica intendono contenderla con le armi; ma Carlo, per scongiurare un simile fatto dannoso per tutto l'esercito cristiano affida la bellissima Angelica (figlia del Re del Katai, Galafrone, venuta nel campo cristiano a seminare discordia) al vecchio Namo (Duca di Baviera) promettendola in premio a chi dei due paladini avrebbe offerto prove maggiori di valore nell'imminente battaglia sotto le mura di Parigi; ma la battaglia volge a favore degli infedeli e, approfittando della confusione, Angelica fugge, inseguita sia da Rinaldo sia da un altro innamorato, il saraceno Ferraù; alla fine stanca credendo di essere ormai lontana, da Rinaldo, si adagia in un cespuglio e si addormenta.