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torquato tasso: la gerusalemme liberata

E' il suo capolavoro, un poema epico in 20 canti, in ottave, ispirato da due motivi:
1) periodo della Controriforma (la vuole celebrare)
2) al rinnovamento delle opere classiche.
L'argomento si ispira ad un fatto storico: la I crociata che si concluse nel 1099 con la liberazione di Gerusalemme e la conquista del Santo Sepolcro. L'esercito guidato da Goffredo di Buglione, pone assedio a Gerusalemme, deciso a liberare il Santo Sepolcro. La maga Armida riesce ad ammaliare vari guerrieri e trattenere l'eroe Rinaldo. Ma quando Rinaldo, torna in campo cristiano le sorti della guerra si capovolgono. I cristiani vincitori entrano in Gerusalemme.

Il Tasso è preoccupato di intrecciare alla storia, episodi amorosi e dilettevoli. Il tema della liberazione del Santo Sepolcro non era argomento che potesse essere trattato con la libertà con cui gli autori di poemi cavallereschi avevano maneggiato le loro storie romanzesche: esso poteva interessare il lettore per i suoi addentellati con la realtà presente e doveva esaltare il credente e il Tasso, con la scelta di un tale tema, poneva la sua candidatura a poeta del mondo cattolico.

Tasso aderisce fedelmente ai fatti storici; svolge i duelli secondo un rigido codice di cavalleria; muove eserciti e manovre di guerra secondo precisi trattati di strategia militare del tempo; articola discorsi diplomatici secondo le più sottili regole di retorica. Perfino la ragion di stato si riflette nell'agire dei suoi re, cristiani e pagani che siano e le seduzioni di Armida, e di Erminia sono calcolate con la mente, sicchè potrebbe dirsi che la "Liberata" sia il poema della mente e del sentimento del Tasso. Della mente (ragionamento) in quanto egli sottopone tutto a un rigido controllo razionale, dai fatti alle parole; del sentimento (cuore), in quanto la sua liricità è più intima e più appassionata di quella dell'Ariosto.

Questa strutturazione del poema portò Tasso a prediligere descrizioni spettacolari e sfarzose: lo spettacolo e la coreografia dominano nella descrizione delle corti pagane e cristiane, nella visione dei paesaggi notturni, nelle albe o nei tramonti, nelle sfilate e nelle parate militari, nei duelli.

La "Liberata" esprime il dissidio interiore dell'anima del Tasso tra sentimenti appassionati e l'aspirazione a un mondo morale e religioso. I suoi personaggi si possono distinguere in due parti: quelli tutti presi dall'amore (Tancredi, Erminia, Armida, Rinaldo); quelli tutti presi dal dovere e dalla ragion di Stato (Goffredo, Argante, Aladino ecc. ). Tutte le eroine e gli eroi del poema vivono sotto l'incubo della sventura e nella malinconia più desolata. Tancredi ama Clorinda, Erminia ama Tancredi, Olindo ama Sofronia, Svevo ama la gloria. Ma tutti corrono verso una meta irraggiungibile. Tutti i personaggi del Tasso sono il riflesso del suo animo malinconico: l'idillio, che nell'Ariosto era abbandono alla gioia dell'amore e della vita, qui diviene elegia, sospiro nostalgico del sogno perduto; la natura, che nell'Ariosto sorrideva nei prati, nei fiori, qui appare nei notturni patetici, dove l'animo invoca il silenzio amico e confida alle stelle lontane l'attesa d'amore; l'amore stesso è esaltato non più nella sua forza virginea e istintiva, ma come rimpianto di un bene perduto.

Accanto all'amore è dominante la malinconia che si manifesta nell'angosciosa solitudine dei personaggi. Solitari sono anche i paesaggi e a questo mondo manca l'unione dei personaggi. Perciò l'ispirazione prevalente della poesia tassesca è la malinconia elegiaca, espressione di una civiltà in crisi, che si chiude nell'angoscia del peccato e nel senso della fugacità dei beni terreni.