QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

l'eta' napoleonica in italia

Fra il 1796 e il 1815, l'Italia attraversò una delle sue epoche più travagliate della sua storia moderna: l'invasione delle armate rivoluzionarie francesi, delle guerre e dell'impero napoleonico. Queste vicende implicavano un'adesione o un ripudio in chi le viveva che coinvolgevano la sua concezione di vita, la sua coscienza morale e civile, i sentimenti e gli ideali più profondi.
La politica scendeva sulle piazze, fra le masse reclutava i nuovi eserciti rivoluzionari o controrivoluzionari, i nuovi generali, i nuovi re e imperatori; non v'erano più guerre d'eserciti ma guerre di popoli, che scendevano in campo in nome della libertà, della difesa delle loro tradizioni e del loro diritto alla vita.
Ma vi era ancora la violenza della ragion di stato: l'ancien régime riviveva nel dispotismo napoleonico, i grandi ideali di libertà, uguaglianza e democrazia mascheravano una spregiudicata politica di potenza. Nasce di qui il doloroso contrasto di quest'età, particolarmente avvertito in Italia. Le vecchie impalcature politiche, economiche, sociali crollavano sotto il vento impetuoso delle ideologie rivoluzionarie, ma queste, nell'urto con la realtà sembravano infrangersi, senza più riuscire ad acquistare un carattere di certezza e a costruire un mondo veramente nuovo, conforme alle loro promesse.
Così gli ideali di libertà e d'indipendenza politica italiana, vagheggiati fervidamente dai nostri patrioti, che spesso in nome di essi avevano combattuto accanto alle armate "liberatrici" dei Francesi, apparivano distrutti dalla prepotenza militare, dal cinismo politico e dal dispotismo di Napoleone. Sopravvivenza, in questa alternativa di speranze, illusioni, disinganni, un'ansia di libertà e di giustizia: si mutava in sentimento pessimistico (sfiducia nella realtà) magnanimo e combattivo, come vedremo nel Foscolo.
Nonostante il crollo degli ideali, i nostri uomini migliori comprendevano che l'esperienza napoleonica era stata positiva, in quanto stimolava il risveglio d'una coscienza nazionale italiana nel vivo della storia europea, e ridestava l'Italia da un sonno secolare, immettendola di nuovo nel vivo della storia europea. Comprendevano che la libertà non è un dono, ma deve essere consapevole e sofferta conquista d'un popolo, che in se stesso doveva trovare la forza per il riscatto. Maturavano così i germi del Risorgimento.