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FRYDERYK CHOPIN

"Giù il cappello, signori: un genio". E' così che all'inizio dell'Ottocento i salotti musicali europei erano soliti accogliere il compositore polacco Fryderyk Chopin. Era l'epoca del Romanticismo: gli artisti si abbandonavano a slanci eroici, si lasciavano guidare dal sentimento e dalla nostalgia. La musica di Chopin racconta tutto questo: malinconie, passioni e il grido di libertà per un popolo oppresso.
Fryderyk nacque il 22 febbraio 1810 a Zelazowa Wola, un villaggio a dieci chilometri da Varsavia. Il padre Nicola, nato in Francia, si era trasferito in Polonia a 16 anni. Dopo aver fatto il contabile, era diventato insegnante di francese, lingua molto diffusa durante l'epoca napoleonica. A Zelazowa Chopin padre aveva trovato lavoro come istitutore in una famiglia nobile e si era sposato con Justine, governante del conte Skarbek.
Fryderyk ricevette le prime lezioni di pianoforte dalla madre. Poi studiò con Gregor Zywny, allievo di un allievo di Bach. Da bambino trascorse le vacanze a Szafarnia, nella pianura di Danzica. La vita dei contadini e il fascino dei suonatori di violino lasciarono nella sua memoria il ricordo indelebile delle tradizioni popolari e del folclore polacco.
Chopin diventò presto un brillante virtuoso. Sfoggiava una tecnica prodigiosa, una straordinaria agilità delle mani e delle dita. A sedici anni aveva già un aspetto signorile.
I contatti con la nobiltà polacca lo fecero conoscere al grande pubblico. A 19 anni s'innamorò della cantante Costanza Gladkowska, alla quale dedicò l'adagio di un concerto. Le scrisse in una lettera: "Racconto al pianoforte ciò che potrei confidare a te solo". Una frase che contiene l'essenza del musicista romantico: affidare alle note i propri sentimenti.

Nel 1830 Chopin partì per un lungo viaggio. Fu una decisione sofferta, perchè a Varsavia c'era molta tensione. I polacchi insorsero contro re Costantino, fratello dello zar di Russia. Non era il clima ideale per un artista. Chopin era diviso tra l'amore per il suo popolo e il desiderio di fuggire. Alla fine gli amici lo convinsero: lasciò Varsavia il 2 novembre 1830. Si portò dietro una grande tristezza e una manciata di terra polacca.
Dopo una tappa a Dresda, Chopin si fermò otto mesi a Vienna. La lontananza gli procurava un'intensa malinconia. Un giorno di primavera, dopo una passeggiata al Prater (il grande parco sulla sponda destra del Danubio), annotò sul suo diario: "Neppure la musica oggi mi consola. Non so che cosa mi manca, e ho più di vent'anni". Le notizie dalla Polonia erano frammentarie. L'esercito si era ribellato al re Costantino, il Paese rimase isolato. Si scatenò la repressione russa. Nel settembre 1831 la lotta del popolo polacco si concluse con l'occupazione di Varsavia. Chopin era disperato, ma riuscì a comporre un capolavoro, La caduta di Varsavia, un canto d'amore per la patria.
Il 18 settembre 1831 Chopin era a Parigi, dove incontrò i musicisti Rossini, Berlioz e Liszt. Nei primi mesi visse di stenti. Poi arrivò il colpo di fortuna: un nobile lo presentò al barone Rotschild. In breve Fryderyk divenne celebre. Suonava nei migliori salotti e insegnava pianoforte ai rampolli della nobiltà. Ormai era ricco: vestiva con raffinatezza, si permetteva un maggiordomo e una carrozza.
Nel dicembre 1836 incontrò la scrittrice francese George Sand, della quale s'innamorò. Intanto si faceva strada la malattia: tubercolosi polmonare. I medici gli consigliarono di passare l'inverno in una località di mare. La coppia partì per l'isola spagnola di Maiorca, ma la tosse si faceva sempre più acuta e insistente, Chopin, tuttavia, trovò le energie per comporre la Polacca op.40 numero 1. Lo zar di russia, intuendone la forza rivoluzionaria, vietò di suonarla.
Nell'aprile 1848 il compositore era in Inghilterra e in Scozia. Risale a questo periodo l'unica fotografia di Chopin: si vede un musicista invecchiato, scavato dalla malattia. Al ritorno da Londra si trasferì in un alloggio in Place Verdome, forse la più bella piazza di Parigi. Morì il 17 ottobre 1849, all'età di 39 anni.