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HARRIET BEECHER-STOWE: LA CAPANNA DELLO ZIO TOM

Autrice: Harriet Beecher-Stowe (1811-1896)
Lingua originale: inglese-americano
Data di uscita: 1851
Genere: romanzo storico sociale
Epoca storica: prima metà dell'Ottocento americano

L'AUTRICE
Disse di lei Abramo Lincoln, il presidente americano che dopo la guerra civile abolì la schiavitù negli Stati Uniti: "E' la piccola donna che ha vinto la guerra". Enorme fu infatti l'influenza che La capanna dello zio Tom ebbe sull'opinione pubblica americana. Oggi le comunità di colore giudicano in modo negativo la figura dell'antico schiavo, nel quale vedono troppa rassegnazione e nessun impulso di lotta contro il potere bianco. Ma un secolo e mezzo fa questioni simili non si ponevano, e il romanzo servì anzi a far considerare gli schiavi come degli esseri umani, meritevoli di un trattamento cristiano, anzichè degli oggetti di vendita e scambio. Nata nel 1811, morta a 85 anni, la Beecher-Stowe era figlia di un pastore protestante. Grazie al successo mondiale del suo libro, fu invitata ripetutamente in Europa. Scrisse anche altri romanzi, il cui ricordo rimane però oscurato da quello immortale, delo zio Tom.

LA TRAMA
Lo zio Tom è uno schiavo negro, che vive in una piantagione americana nella pirma metà dell'Ottocento. Ha un buon padrone che però, per un dissesto finanziario, è costretto a vendere tutte le sue proprietà. Fra questi esseri umani trattati come merce c'è anche un bambino, Enrico, che al pari di tanti altri rischia di venire strappato alla famiglia. Ma sua madre, la coraggiosa meticcia Elisa, lo strappa ai mercanti e fugge con lui. Quando sta per essere catturata, in pieno inverno, sbalordisce gli inseguitori saltando fra i blocchi di ghiaccio del grande fiume Ohio, e raggiungendo in questo modo la riva opposta. E' una scena che è stata dipinta da innumerevoli pittori, tanto da diventare familiare in tutti gli Stati Uniti.

Se però Elisa si salva, e riesce a raggiungere il Canada dove non c'è schiavitù, ben più triste è la sorte di Tom. Va in mano a un brutale coltivatore di cotone, Simon Legree, che vuol fare di lui un sorvegliante, o meglio ancora un aguzzino. Per qualche tempo il vecchio negro, alta figura di cristiano, aveva creduto di poter finire in pace i suoi giorni nella casa del Saint-Clare dove la figlia del proprietario, Evangelina, è una ragazzina di grande e tenera dolcezza. Ma Evangelina muore, suo padre viene ucciso in una rissa ed è lo spietato Legree a imporre la sua legge.

Lo zio Tom non fa il ribelle, non capeggia rivolte. Semplicemente si rifiuta di compiere il male che gli viene chiesto. Furibondo, il padrone lo fa percuotere a morte. Se avesse guadagnato un pò di tempo, se avesse almeno in parte obbedito agli ordini, forse Tom si sarebbe salvato. Infatti il figlio del suo primo padrone, che ha ricostruito la sua ricchezza, lo sta cercando per riportarlo nella vecchia casa. Ma è troppo tardi. Quando il giovane riesce a rintracciarlo, lo zio Tom è in agonia e può solo dire qualche parola, con un filo di voce. Ed è, ancora una volta, una parola di perdono e di pace.

I PROTAGONISTI
Zio Tom
Più che uno schiavo, o di un uomo, quella dello zio Tom è la figura di un santo, forse fin troppo idealizzata. Mai esce dalla sua bocca una parola che non sia di amore e di rassegnazione. Quando vive nella famiglia Saint-Clare, diventa praticamente il consigliere spirituale di Evangelina. Quando si trova nell'inferno della piantagione, con Simon Legree, la sua vocazione è quella del martire. Un autentico patriarca, come si trovano nell'Antico Testamento.

Evangelina
Anche Evangelina, personaggio che ha fatto piangere milioni di lettrici, ha la grazia e la soavità di un'immagine mitologica. Svelta, attiva, con un passo talmente rapido che sembra di vederla volare, la piccola non sopporta le sofferenze altrui. A rattristarla sono specialmente le condizioni di vita degli schiavi negri, che a loro volta l'adorano. Quando sente che la vita le sfugge, si augura che la propria morte possa por fine alle miserie della povera gente.

Topsy
Figura minore, Topsy è una negretta di carattere irrefrenabile, figlia di nessuno, capace solo di dire bugie e creare guai. Ma basta che Evangelina le posi una mano sulla spalla e le dice: "Ti voglio bene", e la creaturina selvaggia si sente sconvolta. Nessuno le aveva mai rivolto una parola d'amore. Quando la padroncina muore, Topsy si rotola a terra e grida: "Non vorrei mai essere nata".