QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

IL CICLO DELL’ACQUA

L’acqua è presente sulla Terra in tutti e tre i suoi stati fisici: si trova come vapore nell’atmosfera e nelle emanazioni vulcaniche; allo stato solido, come neve e ghiaccio, copre ampie aree delle terre emerse e degli oceani; allo stato liquido è contenuta nei mari, nei fiumi, nei laghi, è conservata nelle falde sotterranee, concorre a formare gli organismi e le rocce.

I vari tipi di acqua si trasformano l’uno nell’altro attraverso i complessi processi fisico-chimici del ciclo dell’acqua. Le acque superficiali, in particolare le oceaniche, riscaldate dall’energia solare, passano allo stato gassoso nell’aria. Il vapore è trasportato dai venti, forma le nuvole e, quando le condizioni di temperatura e di pressione lo permettono, precipita al suolo come pioggia, grandine o neve. Il quantitativo di acqua che evapora dai mari o dagli oceani supera quello che vi ricade attraverso le precipitazioni; sulle terre emerse invece le precipitazioni superano la quantità di liquido evaporato: da quest’ultimo squilibrio deriva un deflusso di acqua che scende dal continente al mare. Esso è calcolato in circa 40.000 chilometri cubi all’anno.

Nelle attuali condizioni climatiche all’incirca tutta l’acqua che evapora, dopo avere completato il suo ciclo, torna al mare. Durante le glaciazioni l’equilibrio esistente fra acque continentali e marine mutò profondamente. La temperatura, più bassa, determinò sulle terre emerse l’espansione dei ghiacciai, che arrivarono a coprirne circa 1/3, mentre oggi si estendono su appena 1/11 della loro superficie. Il formarsi di immense masse glacializzate causò oscillazioni eustatiche negative: il livello marino si abbassò fino a 100 metri al di sotto di quello attuale. Poiché oggi la temperatura sta aumentando, è verisimile che nel secolo futuro si avrà uno scioglimento generalizzato dei ghiacciai esistenti, che porterà a una oscillazione eustatica positiva.

Il volume totale dell’idrosfera supera il miliardo di chilometri cubi. Per il 97% essa è formata da mari e oceani, contenenti acqua dura, l’alta percentuale di sali minerali (3,5% in media) la rende utilizzabile dall’uomo soltanto per la pesca, la navigazione e per pochi altri impieghi. La parte restante, del 3% è costituita dalle acque dolci continentali: è a questa minuscola frazione che dobbiamo attingere per l’alimentazione, gli usi agricoli, gli impieghi industriali, la produzione di energia elettrica. Dalla stessa frazione dipende la vita della maggior parte degli animali e dei vegetali.

La distribuzione delle acque dolci non è omogenea sui vari continenti. Le aree equatoriali ne sono troppo ricche (piene e inondazioni sono qui ricorrenti), le aree desertiche e aride ne sono carenti. L’acqua è presente in quantità equilibrata soltanto nelle zone temperate, ove, proprio per questo motivo, si ha la massima densità di popolazione. L’ineguale distribuzione e le diverse capacità di utilizzare le acque dolci, determinano forti differenze nei consumi. Nei paesi più progrediti ciascun abitante ne ha a disposizione fino a 500 litri al giorno; nei paesi più poveri assai meno: in Madagascar, ad esempio, la media giornaliera è di appena 5 litri.

Anche nelle zone temperate le risorse idriche cominciano a scarseggiare sia in quantità, per l’eccessivo sfruttamento, sia in qualità, a causa dell’inquinamento. Per evitare che il problema acqua raggiunga dimensioni critiche, nei paesi progrediti è necessario ridurre gli inquinamenti e riciclare le acque usate; in quelli poveri occorre garantirne maggiore disponibilità con opere idrauliche, quali dighe, invasi artificiali e acquedotti.