QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ANTONIO SEGNI

Nato a Sassari nel 1891, Antonio Segni si laureò in giurisprudenza nel 1913 e insegnò diritto nell’università della sua città, di cui fu anche rettore, e successivamente in quella di Roma. Esponente del Partito popolare, dopo l’avvento del fascismo si ritirò dalla vita politica, dedicandosi all’insegnamento e all’amministrazione delle sue vaste proprietà agricole. Deputato alla Costituente, Segni fu, con De Gasperi, ministro dell’agricoltura e autore della riforma agraria. Nel luglio 1955 costituì il suo I governo, che firmò i trattati di Roma del marzo 1957. Nel febbraio 1959 formò il II governo, le cui dimissioni nel febbraio 1960 aprirono la strada al governo Tambroni. Nel maggio 1962 ricopriva la carica di ministro degli esteri ed era il capo riconosciuto dei dorotei. Rispetto agli anni 1955-1957, quando il suo governo aveva tentato un’apertura a sinistra, ora Segni era il più autorevole rappresentante di quella parte della DC che ostacolava la collaborazione con i socialisti. Per vincere la resistenza di questi settori e per offrire loro una garanzia di continuità, il segretario della DC Aldo Moro volle Segni presidente della repubblica, sfiorando la rottura con PSI, PSDI e PRI, che insieme con il PCI sostennero la candidatura di Giuseppe Saragat. La presidenza di Segni si interruppe bruscamente nell’estate 1964, quando dopo la crisi del primo governo organico di centrosinistra si svilupparono torbide manovre, che videro il coinvolgimento dei servizi segreti e del comandante generale dei carabinieri, il generale Giovanni De Lorenzo, e rispetto ai quali non è mai stato chiarito definitivamente quale sia stato il ruolo del Quirinale. Durante un drammatico colloquio con Aldo Moro e Giuseppe Saragat, il 7 agosto 1964 Segni venne colpito da una trombosi che lo rese inabile a esercitare le sue funzioni, conducendolo  di lì a poco le dimissioni. Morì a Roma nel 1972.