QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

GIUSEPPE GARIBALDI

Il 27 settembre 1880 con una lettera indignata al giornale romano “La Capitale”, Giuseppe Garibaldi (nato a Nizza il 4 luglio 1807) rassegnò le dimissioni da deputato e si ritirò definitivamente a Caprera. Per molti anni, sin da quando nelle imprese compiute in Sudamerica si era conquistato l’aureola di “eroe dei due mondi”, il condottiero nizzardo aveva acceso gli entusiasmi popolari alimentando la leggenda del generale invincibile, pronto ad accorrere ovunque vi fossero da difendere la libertà e l’indipendenza dei popoli. Di fede repubblicana, ma avvicinatosi a Vittorio Emanuele II intorno al 1856, Garibaldi aveva giocato un ruolo decisivo nel biennio che aveva portato all’unità d’Italia sotto la guida della monarchia dei Savoia. Nel 1859 aveva guidato i Cacciatori delle Alpi in una vittoriosa campagna contro gli austriaci fermata soltanto dall’armistizio di Villafranca, e nel 1860 aveva guidato mille volontari nella leggendaria spedizione in Sicilia. Dopo l’unità Garibaldi, ormai entrato nella mitologia popolare europea, si era ripetutamente scontrato con il governo italiano. Nel 1862 era stato ferito e arrestato dalle truppe regie in Aspromonte, mentre preparava una spedizione su Roma; nel 1866 era stato fermato da un ordine del re, mentre guidava i suoi volontari alla liberazione del Trentino; nel 1867 era stato fermato dall’esercito francese a Mentana, mentre marciava nuovamente su Roma contro la volontà del governo italiano. Negli ultimi anni della sua vita Garibaldi aveva accentuato il suo repubblicanesimo e il suo anticlericalismo e si era progressivamente avvicinato alle idee socialiste, diventando il leader della sinistra radicale. Ripetutamente eletto deputato, aveva tuttavia partecipato raramente alla vita parlamentare, insofferente dei compromessi della politica, indignato dalla corruzione del mondo parlamentare, deluso dalla litigiosità e dalla debolezza dei governi della sinistra, fino alle clamorose dimissioni del 1880. La sua scomparsa, il 2 giugno 1882, l’anno del “trasformismo”, della Triplice Alleanza e della prima impresa africana, segnava simbolicamente la fine di un’epoca, quella eroica del risorgimento.