QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ARCHIMEDE

Archimede, nato a Siracusa, dopo aver trascorso alcuni anni al Museo di Alessandria (dove fu allievo dei maggiori scienziati del tempo), ritornò in patria per dedicarsi a ricerche di fisica, geometria e matematica.

Le sue scoperte furono molte, e tutte fondamentali per il successivo sviluppo della scienza: in particolare il famoso “principio di Archimede” che spiega il galleggiamento dei corpi nell’acqua (“Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del fluido spostato”).

Archimede individuò anche le regole per calcolare le aree delle superfici e dei volumi nelle figure solide; la legge di equilibrio della leva; il valore del Pi greco (cioè il rapporto tra il raggio e la circonferenza di un cerchio); il metodo per risolvere le equazioni cubiche e le radici quadrate.

Benché non desse nessuna importanza all’applicazione pratica della sue teorie (tanto che non volle mai metterle per scritto), Archimede fu uno straordinario ingegnere, come dimostrò, per esempio, con l’invenzione della “vite senza fine”, che serviva a sollevare l’acqua semplificandone il trasporto nelle opere di irrigazione.

Molte sono le leggende nate intorno alla sua persona e alla sua attività; si diceva che fosse terribilmente distratto, e che avesse un carattere entusiasta e vivace (probabilmente inventata è la tradizione secondo cui, dopo ogni scoperta, esclamava “Eureka!”, che in greco significa “Ho trovato!”).

Si raccontò che quando Siracusa fu aggredita dai Romani (214 a.C.), egli contribuì alla lotta contro gli assedianti inventando alcune macchine da guerra che ritardarono di due anni la presa della città.
Tuttavia i Romani riuscirono a impadronirsi di Siracusa: il loro comandante aveva vietato che Archimede, la cui fama era nota a tutti, venisse ucciso, ma quando un soldato entrò in casa sua e lo scienziato lo squadrò sprezzante ordinandogli di non disturbare i suoi calcoli, il soldato furibondo lo uccise.

Sulla tomba di Archimede fu scolpito un cilindro circoscritto da una sfera per ricordare una delle sue maggiori intuizioni, secondo cui la superficie della sfera è uguale a quella del cilindro circoscritto.