QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

Il quercino

Eliomys quercinus
Famiglia: Gliridi

Caratteristiche: Lunghezza senza cosa 11-17 cm, lunghezza coda 9-13 cm, peso 50-120 gr, in autunno fino a 180 gr. Parte superiore bruno-rossiccia, parte inferiore bianca, disegno nero sul muso, coda con ciuffi di setole bianco-nere; orecchie grandi, membranose.

Diffusione: Europa meridionale e centrale, zone dell’Europa orientale; Asia Minore.

Habitat: boschi di latifoglie, di conifere e misti, boscaglia, vigneti, in montagna fino a 220 m.

Abitudini: notturno; corre agilmente tra i rami, spesso anche a terra; costruisce il nido nelle cavità dei tronchi, in anfratti delle rocce o in nidi artificiali; di solito si nasconde sotto terra per il letargo.

Alimentazione: prevalentemente animali (farfalle, bruchi, Coleotteri, cavallette, ragni, lumache, piccoli uccelli, uova, nidiacei, topi giovani); in autunno soprattutto frutti, semi, bacche.

Riproduzione: periodo di accoppiamento IV-IX; gestazione 23 giorni; 3-7 piccoli nudi e ciechi, che a 18 giorni aprono gli occhi, vengono allattati per 4 settimane e abbandonano il nido per la prima volta a 30 giorni.

Il quercino costruisce il nido estivo sia sugli alberi sia a terra e non lo imbottisce di foglie, come il ghiro, ma di erba e muschio. A volte più quercini si riuniscono in comunità che tuttavia hanno scarsa coesione, perché di solito ognuno mantiene il proprio nido. La femmina in attesa dei piccoli impregna del proprio odore il suo nido e lo difende accanitamente. I piccoli, partoriti dopo una breve gestazione, sono ancora molto immaturi, come nella maggior parte dei Roditori. Solo dopo 18 giorni aprono gli occhi ed acquistano la capacità uditiva. Leccano avidamente dalla bocca della madre la saliva, che contiene probabilmente, come il latte materno, sostanze importanti per lo sviluppo. Crescono poi in fretta e presto abbandonano il nido. A volte la femmina guida i piccoli in un modo simile a quello dei toporagni: i piccoli formano una catena attaccandosi uno all’altro come gli elefanti al circo e la madre sta in testa alla carovana. A 4-6 settimane i piccoli sono indipendenti. Devono, a quel punto, badare ad accumulare grasso sufficiente per l’inverno, per superare bene il loro primo letargo, poiché come tutti i Gliridi anche i quercini non approntano provviste per l’inverno.
Mentre in estate si nutrono prevalentemente di piccoli animali e di frutti succosi maturi, in autunno passano a un’alimentazione ad alto contenuto calorico costituita da noci, ghiande, faggiole o castagne. All’arrivo del gelo di solito più animali occupano un nido invernale comune, preparato in spaccature del terreno o in cunicoli di altri Roditori.