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MARTIN LUTHER KING

Nato nel 1929 ad Atlanta, in Georgia, uno Stato ex schiavista del Sud, Martin Luther King aveva sperimentato quanto fosse radicata fra i Bianchi americani la convinzione della loro superiorità e quanto fossero state tradite le aspirazioni dei Neri a una reale parità dei diritti.

Contro le leggi di molti Stati del Sud, che imponevano la discriminazione dei Neri nella scuola, nei trasporti pubblici, nel mondo del lavoro, King, ispirandosi al pensiero e all’azione di Gandhi, organizzò una serie di campagne non violente per ottenere che alla gente di colore fossero riconosciuti i diritti civili.

L’inizio della lotta risale a un episodio accaduto nella città di Montgomery (nell’Alabama), dove King era pastore della Chiesa battista. La sera del 1° dicembre 1955 una donna di colore fu arrestata dalla polizia per essersi seduta sull’autobus nella parte riservata ai Bianchi e per essersi rifiutata di lasciare il posto. King organizzò un boicottaggio dei mezzi pubblici che, appoggiato da quasi tutta la comunità nera, durò 381 giorni, finché la Corte suprema non dichiarò illegale la separazione razziale nei trasporti pubblici.

Successivamente, King organizzò una campagna contro la discriminazione razziale nei locali pubblici per mezzo di sit-in (letteralmente: sedersi dentro): i Neri occupavano gli spazi riservati ai Bianchi negli uffici, nei bar, negli alberghi, nelle piscine e sulle spiagge, e li abbandonavano solo se costretti dalla polizia.

Con questi metodi pacifici, King riuscì a coinvolgere l’opinione pubblica americana e a portare in Parlamento la questione della parità dei diritti civili fra Bianchi e Neri. La sua azione culminò nel 1963 con una marcia a Washington con la partecipazione di 250.000 persone di colore, durante la quale egli pronunciò il suo discorso più famoso:
”Io ho un sogno: che Bianchi e Neri possano vivere con gli stessi diritti e doveri […]”
Poco tempo dopo, King fu ricevuto da Kennedy, che gli assicurò il suo impegno a favore della popolazione nera.
Convinto pacifista, King si batté anche contro la guerra del Vietnam: nel 1964 gli fu assegnato il premio Nobel per la pace.
Nel 1968 fu assassinato da razzisti bianchi: a quel punto, per placare le manifestazioni di protesta scoppiate in tutto il Paese, il Parlamento americano approvò gran parte delle riforme da lui richieste.