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IL ROMANZO SOCIALE

Il romanzo sociale dà particolare risalto alla rappresentazione dei costumi della società che fa da sfondo alla vicenda narrata. Questo tipo di romanzo, pertanto, si propone di delineare un quadro realistico della società del tempo evidenziando, in particolar modo, i mali, le ingiustizie, le tristi e dolorose condizioni di vita delle classi più povere.

Ambientata in una precisa epoca storica, quella contemporanea all’autore, la vicenda narrata è per lo più caratterizzata da un intreccio ricco, mosso, carico di tensione. I fatti e i personaggi, che presentano sempre uno stretto rapporto con l’ambiente sociale in cui rispettivamente accadono e vivono, sono generalmente raccontati e descritti in terza persona da un narratore esterno.

Dal punto di vista linguistico, il romanzo sociale utilizza una prosa scarna, asciutta, oggettivo-realistica con frequente ricorso a termini o espressioni popolari, gergali o dialettali, per riprodurre i modi del parlato.

Il romanzo sociale, nato nella prima metà dell’Ottocento con le opere dello scrittore francese Honoré de Balzac, che ne può essere considerato il creatore, e con quelle del famoso scrittore inglese Charles Dickens, ebbe larga diffusione anche nella seconda metà dell’Ottocento con le opere di Emile Zola e nel Novecento, in particolare con i romanzi di Leonardo Sciascia, Pier Paolo Pasolini e Paolo Volponi nei quali affiora chiaramente l’intento di denuncia politica e morale nei confronti di determinati fenomeni sociali.