QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

I MALAVOGLIA DI GIOVANNI VERGA

Quando appare, nel 1881, il romanzo di Verga venne accolto male dal pubblico e dalla critica, incapaci di capirne la novità tematica ed espressiva. Il Verga parla di “fiasco pieno e completo” a Luigi Capuana che gli risponde: “I Malavoglia non sono un fiasco, il fiasco lo fa il pubblico e la critica che si ricrederanno presto come accade sempre coi lavori che escono dalla solita carreggiata! Per me i Malavoglia sono la più completa opera d’arte che si sia pubblicata in Italia dai Promessi Sposi in poi”.

Le caratteristiche
Nei Malavoglia il Verga fa uso di un punto di vista che permette al narratore di “scomparire”, lasciando che i fatti quasi si producano da sé. Lo scrittore, cioè, evita di esprimere le proprie posizioni ideologiche e morali sulle vicende; anche la lingua e la sintassi riflettono l’ambiente rappresentato. Lo scopo è quello di calare il lettore nella comunità di Acitrezza, i cui principi sono la morale “dell’ostrica” (cioè la necessità di rimanere “attaccati” a ciò che si conosce), la “religione della famiglia” e la “vaghezza dell’ignoto” (il mondo punisce chi spezza i vincoli con la comunità).

La trama
I Toscano, detti “Malavoglia”, pescatori di Acitrezza, possiedono una casa e una barca, la “Provvidenza”. Padron ‘Ntoni, il vecchio capofamiglia, padre di Bastianazzo che a sua volta ha cinque figli, compra un carico di lupini da vendere altrove; ma la barca fa naufragio, Bastianazzo muore e i lupini vanno perduti. Per i Malavoglia è l’inizio di una serie di sventure: per pagare il debito bisogna vendere “la casa del nespolo”; Luca, il secondogenito, cade nella battaglia di Lissa e la vedova, Maruzza, muore vittima del colera. ‘Ntoni, il figlio maggiore, si dà al contrabbando e finisce in galera, e anche la sorella più piccola, Lia, compromessa per le voci che circolano su una sua presunta relazione con don Michele, il brigadiere delle guardie doganali, fugge di casa (si saprà poi che è diventata una prostituta); mentre la sorella maggiore, Mena, a causa delle difficoltà economiche non potrà sposarsi con compare Alfio. Con la morte di Padron ‘Ntoni la famiglia è smembrata, anche ‘Ntoni lascerà il paese. Resterà, per riscattare la casa del nespolo e continuare il mestiere del nonno, il più giovane dei fratelli, Alessi.