QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ACHILLE LAURO E IL LAURISMO

Il 13 febbraio 1958 il governo sciolse per gravi irregolarità amministrative il consiglio comunale di Napoli, insediando un commissario. Si poneva così fine al predominio dell’armatore Achille Lauro, sindaco fino a poche settimane prima, allorché si era dimesso per partecipare alle elezioni politiche. Nelle elezioni del giugno 1952 la lista delle destre apparentate, con Lauro capolista, aveva conquistato il 40% dei voti, cioè la maggioranza relativa, e la maggioranza assoluta dei seggi. Lauro, in virtù delle sue fortune private, sembrava allora poter garantire una fruttuosa e corretta gestione del denaro pubblico, ma, dopo essersi fatto notare per i metodi spregiudicati usati in campagna elettorale per accaparrarsi i voti, gestì in modo assai personalistico i 35 miliardi della legge speciale su Napoli, approvata dopo la sua ascesa in Comune. La sua giunta si caratterizzò negli anni successivi per l’impulso indiscriminato dato al settore edilizio, che stravolse il volto della città con la sistemazione urbanistica di piazza Municipio e del rione Carità e la costruzione del villaggio Lauro, e per l’uso propagandistico dell’assistenza pubblica. Fin dall’esercizio del 1954 il bilancio del Comune presentò un considerevole deficit, derivante anche dall’aumento spropositato dei dipendenti pubblici. Nelle elezioni del 1956, la maggioranza laurina ottenne il 51,7%. Lauro come sindaco di Napoli poté contare sull’acquiescenza della DC, che, fallita la legge elettorale maggioritaria nel 1953, aveva necessità in Parlamento dei voti monarchici. Il suo ruolo nazionale fu però indebolito dalla scissione monarchica del 1954, mentre fu accolta con preoccupazione l’affermazione della lista del “comandante” nelle regionali sarde del 1957. Dopo le elezioni del 1960 Lauro ritornò a capo dell’amministrazione napoletana con una debole maggioranza, ma il consiglio comunale fu nuovamente sciolto, e nel 1962 conquistò la maggioranza la DC di Silvio e Antonio Gava.