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1955 - LA FIAT 600

Il 10 marzo la FIAT presentò al Salone dell’automobile di Ginevra una nuova utilitaria, la 600. Aveva quattro posti ed era stata lanciata attraverso un’imponente campagna pubblicitaria. Pur non essendo la prima utilitaria uscita dagli stabilimenti dell’industria torinese, la 600 fu immessa sul mercato a un prezzo contenuto, 590.000 lire, molto meno delle 17 mensilità di salario medio necessarie per acquistare una Topolino. Il prezzo di vendita, che lasciava alla FIAT un margine di utile assai ristretto, favoriva lo spostamento di risorse verso i consumi privati: si preparavano così le condizioni per indirizzare quote di reddito, che si sarebbero rese disponibili negli anni successivi, verso i consumi individuali. La rivoluzione dei consumi, agevolata peraltro dal diffondersi anche in Italia della vendita rateale, si realizzò in primo luogo come motorizzazione di massa. Non solo la FIAT avviò negli anni immediatamente seguenti la produzione della 500, una vettura destinata a incontrare uno straordinario favore tra i consumatori, ma si registrò nel contempo una forte espansione della produzione e della vendita degli scooter: nel 1956 la Piaggio produsse il milionesimo esemplare della Vespa. La decisione di Vittorio Valletta, presidente e amministratore delegato della FIAT, di investire 300 miliardi nella catena di produzione della 600, consentì il passaggio della produzione giornaliera da 624 a 839 vetture.

Ebbe un riflesso anche più ampio nell’economia italiana, dato che favorì il suo orientamento in favore dell’espansione dei beni di consumo durevoli: alla fine del decennio fu il settore degli elettrodomestici a conoscere un vero boom. Insieme con la 600, il 1955 portò la legge del 21 maggio, il piano decennale di costruzioni autostradali, che mutò radicalmente il volto del paesaggio e lo stile di vita degli italiani.